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A piedi scalzi nella storia

Di seta, di pile, a camicia, a tuta, ad oggi tessuti, forme e colori adoperati per i pigiami sono davvero tantissimi. Il mercato offre una vastissima gamma che si adatta davvero ad i gusti di ognuno. Ma come si è evoluto questo capo nel corso della storia?

Il termine deriva da un’antica parola persiana “pay jama”, la quale letteralmente significa “indumento per le gambe”. Il completo tunica e pantaloni è originario dell’India, e ancora oggi fa parte del costume tradizionale di alcune regioni.

L’arrivo in occidente, in realtà, avviene solo nel 1870 tramite gli inglesi, che avevano le proprie colonie proprio in quelle terre. Si trattava di un capo riservato a soli uomini, un’alternativa decisamente più funzionale alla tradizionale camiciona da notte, che resterà per qualche decennio ancora tipicamente femminile fino all’avvento degli anni venti.

Dopo la belle epoque, le donne si appropriano del pigiama maschile per tramutarlo in veste da giorno, un capo lounge sofisticato e informale. È in questi anni che fa la sua comparsa la intramontabile Coco Chanel. Progressista e grande ammiratrice di senso di libertà, a lei si attribuisce l’invenzione del beach pajama, nonostante non vi siano prove certe. Alla fine degli anni venti viene ufficialmente battezzato come indumento da tempo libero e per la vita all’aria aperta.

Nel 1933 l’editor parigina di Harper’s Bazaar, Daisy Fellowes, ad un importantissimo party ricevette i suoi blasonati ospiti in un pigiama di seta blu pavone, lanciando così una fortissima moda. Da quel momento, infatti, tantissime star del grande schermo si faranno ritrarre proprio in pigiama.

La denominazione di “hostess pajama” viene introdotta negli anni successivi, la sua fortuna infatti è continuata ed è divenuto l’abbigliamento perfetto per ricevere in casa. I completi sono in seta operata dai colori brillanti ed estremamente eleganti.

Dagli anni cinquanta invece inizia un periodo di oblio. Coerentemente con il nuovo ideale di “donna bambola”, le donne preferiscono sempre più gli abiti da cocktail all’hostess, il quale però ancora resiste nella sua forma più preziosa, e baby doll per la notte.

Il pigiama torna alla ribalta negli anni sessanta grazie alla stilista Irene Galitzine, con la quale nasce il pigiama a palazzo, decorato da vivaci fantasie. Tra i nomi più importanti ad indossarlo spiccano, ad esempio, Jacqueline Kennedy, Ira Von Furstenberg, Marella Agnelli e tutte le donne più importanti ed eleganti di quei tempi. Anche Emilio Pucci propone la sua versione del pigiama a palazzo, caratterizzato dalle famosissime stampe.

Con la scoperta del jersey, negli anni settanta, anche nella sua variante in tuta, il pigiama riprende l’importanza degli anni trenta ma con l’aggiunta di un comfort contemporaneo.

Dagli anni ottanta diviene finalmente il capo riservato alla camera da letto come oggi lo conosciamo.

Ma si sa la moda è un continuo ritornare, infatti nel 2012 Louis Vuitton, sotto la direzione di Marc Jacobs, per la collezione Fall/Winter 2013, lo manda in passerella, ricomparendo così in chiave daywear. Molti altri stilisti si sono uniti presentando alla scorsa settimana della moda di febbraio un abbigliamento da giorno composta da pigiami in seta. E voi lo indossereste per uscire?

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